Cassazione Civile, Sez. III, 11.11.2019, n. 28.985

Cassazione Civile, Sez. III, 11.11.2019, n. 28.985

Nel 1989 una paziente, affetta da linfogranuloma di Hodgking (un tumore maligno del sistema linfatico), veniva sottoposta a dosi eccessive di radioterapia e per questo sviluppava una patologia che comporta danni al midollo spinale dal quale conseguono, a livelli diversi, disfunzioni motorie sensoriali e del sistema nervoso centrale: la mielopatia trasversa.

La paziente citava quindi in giudizio l’istituto oncologico per essere risarcita dei danni subiti in conseguenza della malattia sviluppata a seguito di radioterapia, effetto collaterale del quale non era stata informata prima di sottoporsi al trattamento radiante.

La sentenza risulta importante soprattutto in tema di consenso informato: anche se all’epoca dei fatti (anno 1989) non erano ancora in vigore le odierne specifiche norme in materia, la Suprema Corte ha riconosciuto i danni derivanti dal non aver preventivamente informato la paziente di tutti i possibili effetti collaterali della terapia alla quale andava a sottoporsi, ivi compresa la mielopatia trasversa. Questo perché il diritto del paziente ad essere informato su tutto ciò che riguarda il trattamento al quale va a sottoporsi è un diritto fondamentale della persona che trova le sue basi nella Costituzione prima ancora che nella legge.

L’istituto oncologico è stato inoltre condannato a risarcire i danni subiti dalla paziente anche perché la dose di terapia radiante somministrata alla donna era assolutamente eccessiva, sproporzionata rispetto al risultato da raggiungere e dunque contraria a qualsiasi criterio di proporzionalità e di prudenza.